Михаил Горбачёв: «Беловежские соглашения пропали? Тогда я готов вернуться!» просмотров: 1271
Non capisco, che cosa vuole da me? Mihail Sergeevic ho molte domande per lei. Questo lo dicevo sempre ad Andropov. Ad Andropov in persona? Proprio così. E lui: “Abbi pazienza, raggiungi i miei livelli e capirai”. (Si mette a ridere). A proposito di cosa? Succedeva così decine di volte. E centinaia. Questi erano i suoi modi. Non abbiamo ancora chiuso questo tema … Spesso chi viene dopo dice ogni genere di nefandezze sui suoi predecessori. Come mai lei non ha mai detto una volta una sola parola malevola nei confronti di Brezhnev, né di Andropov, né di Chernenko? Non ha rovesciato su di loro la responsabilità del fallimento. I miei amici del Politbiuro hanno scritto due-tre libri ciascuno. E fondamentalmente sfruttano l’argomento Gorbaciov. Rovesciano tutto su di me. Possibile che lei non abbia nulla da rovesciare sugli altri? Chi si occupa di sciocchezze è una nullità. Li conosco tutti! Perfino più di quanto loro conoscano me. Non serve occuparsi dello scarico delle responsabilità, ma di sforzarsi di venire a capo del tempo e dei processi a cui prendemmo parte. Senza necessariamente spargere fango. Nel vostro ambiente c’erano persone di vario orientamento. Fu difficile farne un gruppo? Il gruppo non crebbe per caso. Dicono: Gorbaciov ha cominciato questo, Gorbaciov ha fatto quest’altro. State a sentire, non sarebbe successo niente se il paese e la società non fossero stati maturi per questo. E se nello stesso Partito Comunista Sovietico non fossero apparse persone che avevano compreso la necessità di cambiare qualcosa nel paese. Stavamo soffocando! Perché dobbiamo vivere peggio di tutti, quando non ci manca niente! Provavate vergogna per il fatto che il paese vivesse peggio di tutti? Molta vergogna. Sono un uomo fedele ai valori morali. Questa per me è una nota dolente. Volevo cambiare qualcosa per fare in modo che il paese stesse meglio. E i primi passi furono fatti nella giusta direzione. Ricordate Zoj quando cantava “Aspettiamo il cambiamento”? Io me lo ricordo. E credo che se in quel momento nel paese non ci fosse stato quel livello di malcontento e di impazienza sarebbe andato tutto in maniera diversa. Volendo esprimersi in senso figurato, la poltrona scottava sotto di lei. Ma cosa mi poteva scottare? Una “poltrona” nemmeno ce l’avevo. Ho ricevuto pieni poteri e penso di averli usati in modo produttivo, certo non per vantaggio personale. Comunque se ne parli, ho fatto in tempo a compiere molte cose utili per il paese. Se mi metto a elencare i successi della perestrojka non ci basta il tempo … Ancora una domanda idiota. L’oro del partito c’era? Ma perché le piace fare domande idiote? Insomma, c’era o non c’era? L’oro del partito non era nient’altro che l’oro del paese. Quand’era necessario, scrivevamo una risoluzione affinché il Politbiuro incaricasse il ministro di stanziare quanto necessario alle esigenze del partito. Tutto qua. Adesso il presidente Putin insieme al presidente del Kazakistan Nazarbaev, a proposito, vostro compagno, sta cercando di dare vita a un’Alleanza Euroasiatica. Una tale organizzazione ha qualche prospettiva, e da quali errori lei potrebbe metterla in guardia? Certo che ci sono delle prospettive. Già ai primi tempi dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, sotto Boris Eltsin, girava l’idea di realizzare uno spazio economico comune fra Russia, Ucraina, Kazakistan e Bielorussia. Erano già stati elaborati fino a 70 documenti. E questo, ritengo, era il percorso giusto. Però poi cominciarono i contrasti delle elite politiche delle ex repubbliche sovietiche e i presidenti appena eletti scelsero strade diverse … la Russia ha rivolto lo sguardo ad est. La vita, a quanto pare, sta andando in quella direzione. Ma questa è un’assoluta mancanza di lungimiranza, buttarsi da una parte all’altra, soprattutto abbandonare progetti che avrebbero potuto unificare quattro paesi – e quali! – l’80% dell’Unione Sovietica! Lei probabilmente ha sentito che sono spariti gli originali degli Accordi di Belovezhskoe? Davvero? Interessante. Allora bisogna rimettere in piedi l’Unione! (Sorride furbescamente). Non riescono a trovarli. Ci sono le copie, ma gli originali che a suo tempo vennero firmati, no! Possibile che lei non l’abbia sentito? No, ma adesso lo so. Dopotutto nessuno mi ha mai sollevato dall’incarico di presidente dell’Unione Sovietica. Me ne sono andato da solo. Davvero può ritornare? Se davvero i documenti degli Accordi di Belovezheskoe non ci sono ed è necessario ricostituire quello che c’era prima sono pronto a tornare. Nel senso che tornerebbe al progetto dell’Alleanza Euroasiatica per portarlo a termine? Detto fra noi, non me lo sarei fatto sfuggire dalle mani. Ma il tempo se n’è andato e indietro non si può tornare. Perché? Sono capricciosi. Chi, gli Ucraini? Tutti sono capricciosi. Vogliono apparire agli occhi dell’altro, come dire … Hanno cominciato a fare parecchio i galletti. Non che voglia offendere presidenti di paesi amici, in nessun modo, sono tutte persone degne e occupano giustamente il loro posto. Però un politico deve prima di tutto preoccuparsi di fare il meglio per il popolo, per il paese, e non mettersi a civettare con questo o quel gruppo sociale di cittadini e chiedersi come appare ai loro occhi. Non s’è pentito, iniziando la perestrojka, che in capo a tutto sia stata messa la politica, e non l’economia come hanno fatto i Cinesi? Non era il caso di rimettere in sesto non tanto il partito, quanto l’economia? A chi è venuto in mente che Gorbaciov ha trascurato l’economia? Si vadano a leggere Gorbaciov, e i documenti di quel tempo. Ascolti, solo i plenum … Prendiamo … …Il programma alimentare. Ma almeno qualcuno s’è fatto un’idea di cosa ci ha dato? Giravano barzellette … Apri il frigorifero e non c’è niente, solo un ritaglio di giornale col programma alimentare. Il problema della nostra gente è che ha la pretesa di dettare, di esprimere i propri pensieri, i giudizi, i punti di vista rapportandosi ai fatti in modo irresponsabile senza sforzarsi di studiare a fondo la questione. Il programma alimentare funzionava, e quello era solo l’inizio! Poi ci furono tre plenum in materia d’economia. Lei non ha la minima idea di quanto fosse arduo difendere la necessità di ritirarsi dal sistema di comando e passare all’introduzione di elementi di economia da libero mercato. Le cooperative, l’autofinanziamento, se li ricorda? Che battaglia! Intere serate nella dacia di Stalin ad arguire, a dimostrare … Era molto difficile dirigere il nostro governo. Ed era molto difficile anche per Nikolaj Ivanovic Ryzhkov, l’allora capo di gabinetto. Ma l’autofinanziamento c’era già prima di voi. Ma cosa va raccontando? C’erano delle prima esperienze, ma l’intera agricoltura passò all’autofinanziamento nel 1988. Ancora girano certe voci: per abbattere Gorbaciov, liberalizzare i prezzi delle merci e realizzare le riforme venivano rallentati apposta i convogli con i generi alimentari. Avevate informazioni di questo genere? Mi dicono che fosse effettivamente così. Lo facevano per metterle pressione? E’ probabile. E lei non ha accertato come potesse accadere? Dopotutto c’era a disposizione il KGB… Il KGB lo avevano anche gli altri. Sul serio? Sul serio. Ci sono due punti di vista riguardo il tracollo dell’Unione Sovietica. Uno che sia avvenuto per mano dell’Occidente, con gli USA in prima fila. Che ci fosse una politica finalizzata ad abbattere i prezzi del petrolio per far crollare l’economia sovietica. Un altro punto di vista è che noi stessi siamo colpevoli di ogni cosa. Insomma, ci siamo fatti del male da soli o fu l’Occidente a metterci sotto? Non credo che dobbiamo spostare la responsabilità su qualcuno. Cambiamenti di simile portata sono una faccenda grossa. Potevano passare in maniera meno dolorosa e dare risultati positivi se solo fossimo stati più coerenti e pazienti. Certo, non si può non prendere in considerazione anche l’influenza occidentale. A molti non piaceva affatto che di quel passo avremmo potuto avere successo e ottenere una vittoria. Ma lei con loro era amico? Perché non li ha indirizzati alla nostra fede? Gorbaciov lo amavano. Non scherziamo. Siamo seri per favore. Io adesso in molte faccende ci vedo chiaro. Tuttavia, a un certo punto, questi amici fra virgolette, questi partners, hanno compreso che Gorbaciov stava dirigendo il paese dove loro non volevano. E il loro compito era di fare pressione su Gorbaciov. Crearono addirittura un club di sostegno a Eltsin. Che ne sapete voi? Chi? Reagan? Bush? Thatcher? Bush andava in Estonia, in Ucraina, teneva discorsi: non ostacolate Gorbaciov. Se colpite la perestrojka perderemo tutti, e via di questo passo. Ma quando si verificavano situazioni in cui c’era qualcosa di sgradito, e questa cosa poteva portare alla disgregazione dell’Unione Sovietica, allora gli Usa mettevano spesso i bastoni fra le ruote. Mi riferisco a Bush senior. Perché allora vi abbracciaste? Andaste da lui … Ci siamo abbracciati stretti stretti? Per noi è difficile dirlo. Volete dimostrare che Gorbaciov è un agente di Bush e degli USA? Bisognava essere più rigidi con loro. Fra le altre cose, Bush scrisse nel suo libro che era molto difficile trattare con Gorbaciov, ma una volta trovato l’accordo, tutto sarebbe stato portato a termine. Che Gorbaciov era un partner affidabile. Quando hanno riunificato la Germania, non potevate ottenere qualche indennizzo? Almeno vi fu offerto? Voi vi occupate di bazzecole … Si spieghi. Che c’è da spiegare? Ho già scritto tutto. Gorbaciov non rubava, Gorbaciov non s’è messo in tasca niente. Poteva almeno trovare un accordo affinché la NATO non si espandesse ad est. E non si è espansa. Ma adesso si sta espandendo. Non era possibile ottenere qualcosa? E non è umiliante? Noi siamo un grande paese, non siamo forse abbastanza ricchi, da dover umiliarci? Prendemmo denaro in proporzione alle spese sostenute per migliorare i posti dove far rientrare le truppe ritirate dall’Europa. Ecco tutto. Mihail Sergeevic, le addossano ogni colpa però le perdonano tutto, tutto eccetto la legge contro l’alcol. La gente questo glielo ricorderà per un pezzo. L’approvazione della legge anti alcol si stava discutendo già molto prima di me. Ma a che serve dimostrarlo, se su questa questione hanno tutti dei preconcetti? Insomma, Brezhnev non voleva assolutamente adottarla. A lui stesso piaceva bere. Ma superarono le sue resistenze. Lo convinsero. Le donne si lamentano, le ragazze si lamentano, che gli uomini sono degli alcolizzati. Diede il consenso. Iniziarono ad analizzare il tema. Poi Brezhnev muore e il caso passa ad Andropov. Poi a Cernenko. Muore Cernenko, io no, e mi ritrovo questa eredità. Il Politbiuro si è riunito, ha discusso, e tutte le personalità più importanti si sono espresse contro la legge… Bevevano tutti. Sì, e secondo me si bevettero anche una norma altrui. Poi sondarono 200 grandi organizzazioni per sapere se sostenessero o meno il divieto. E sapete cosa venne fuori dal popolo? In sintesi questo: “Voi siete già tutti alcolizzati, e volete che le persone continuino a ubriacarsi?” Ci fu una richiesta generale di una legge anti alcol. E le misure che adottammo erano buone. Ma come iniziarono ad applicarle! Nel mio nuovo libro racconto molte altre cose. Adesso sto pensando alla prefazione, il titolo sarà – lo dico in anteprima al vostro giornale – “Segue”, perché non è separato dal precedente, “Solo con me stesso”. Se mi riuscirà di realizzarlo, sarà un libro straordinario. Tratterà d’amore in maniera ancora più sincera, non è così? Sapete che sotto quest’aspetto eravamo persone normali. Su questo non abbiamo dubbi.
Come festeggia il compleanno? Eh sì, compio 82 anni… Non penso di festeggiarlo in qualche modo particolare. Seguo un regime di cura molto rigido. Dieta eccetera. Ma non amo quando mi comandano. E naturalmente, bevo. Un paio di bicchierini dopo colazione. La colazione me la preparo da solo. Frittata? No, a momenti schiatto di frittata, al tempo degli studi universitari. I miei genitori erano contadini, di soldi non ne avevano, così mi spedivano uova nella farina. Mangiavo, mangiavo, poi per dieci anni non potevo neanche guardarle! A quel tempo non c’erano uova in Russia. Deficit! Nella Russia in cui vivevo di uova ce n’erano sempre. In tutti i sensi. (Ride) (Ilarità dovuta al fatto che in russo яйца vuol dire tanto “uova” quanto “palle” NdT). Mihail Sergeevic, una domanda sulle manifestazioni. A quanto pare le passioni si sono sopite… Come vorrebbero tutti, che fossero sopite! Ma non sarà così! Ma se si concede una libertà illimitata, non crollerà la Russia come crollò a suo tempo l’Unione Sovietica con Gorbaciov? Ma sì, provoca! Mi getti palate di fango e sei soddisfatto. Ora ti faccio vedere con chi hai a che fare. Ma quale fango … Da un sacco di tempo al vostro giornale dite di me peste e corna. No, mai! Non è corretto. Le vogliamo bene. La prossima sciocchezza che sarà pubblicata. Le faremo vedere tutto quello che scriveremo. Non serve far vedere un bel niente! Sgradevole, vero? Gamov, io ti conosco. Sei una brava persona. So che giri molto fra le persone che contano. Ognuno di voi ha un compito… Esatto, abbiamo un compito, fare un’intervista a Gorbaciov. Quindi lei è favorevole al proseguimento delle manifestazioni? Questo è già un altro discorso. Perfino così immature come le nostre? Un momento! Per questioni così serie non si può portare avanti un ragionamento come se fosse una chiacchierata. Io penso che non si debba soffocare il desiderio delle persone di esprimersi e di pretendere che il potere sia responsabile delle decisioni che assume. Ora nei giornali si scrive che si prendono decisioni in parlamento in base alle dichiarazioni di Vladimir Putin. Ma non si fa niente. E non venirmi a dire niente riguardo al “costringere”. Sai chi può costringere? Solo la democrazia con la partecipazione del popolo. Ma da noi pensano che la guida manuale, la squadra, l’uomo di carattere, e questo e quello … Non porterà a niente! Occorre costituire un sistema che lavori in questa direzione. Il controllo della società sul potere. Sì. Si ricorda quando sorsero manifestazioni di protesta contro l’articolo 6 della Costituzione (il partito comunista è la guida e l’orientamento, il fulcro della società sovietica ….NdT), lei prese e l’abrogò. Perché? In Cina il partito comunista continua a governare. Senti, si riunisce l’assemblea del kolkhoz, il presidente elenca i risultati dell’anno: la produzione di latte media è stata questa, il raccolto in media è stato questo… Si alza una donna: “Senti un po’, presidente, che cavolo vai dicendo? In media, in media … Van’ka si è sposato con Man’ka, e Stepka con Zojka. E così viene fuori che, in media, mi sono sposata anch’io…” Insomma, hai capito. Eccola la tua aritmetica. In media! Mi ha messo nel sacco. E tu non perdere tempo con le sciocchezze. Non è un mio desiderio metterti nel sacco. D’accordo, andiamo avanti.
Mihail Sergeevic, su wikipedia tra le altre cose c’è scritto che lei è ateo. Ma fra parentesi c’è scritto: formalmente – ortodosso. Come si spiega? Sono battezzato. Mi accosto con molto rispetto a chi crede. Il mio amato nonno Pantelej era presidente del kolkhoz, un vecchio comunista. In casa avevamo un tavolino con su tre ritratti, Lenin, Stalin, Marx. Ma a quei tempi chi non era contro la religione non aveva diritto a stare nel partito. E da noi, proprio sopra quel tavolino con i ritratti, c’era una iconostasi lunga quanto la parete. Icone meravigliose. Nonno rispettava la nonna, che era molto credente. Mi diceva: “Vado a pregare per voi senza Dio”. Lei amava molto Raissa. E Raissa le passava qualche quattrino perché potesse spenderlo in chiesa. Ragiono molto sull’esistenza di Dio. Sorge qualche dubbio… Eppure la questione resta. Dio c’è! Qualcosa deve esserci, qualcosa! Ma non traggo conclusioni affrettate. Sono un agnostico. Come si svolge la sua giornata? Mi alzo alle 6 e mezza e accendo subito il televisore, canali di informazione. Anche i giornali me li portano di mattina, solo della Komsomolka prendo due copie, quotidiano e settimanale. Ma li leggo per lo più la notte. Faccio colazione più o meno alle nove meno un quarto. All’una, all’una e mezza pranzo. Un pranzo russo, nonostante debba limitarmi, sono diventato quasi vegetariano, disabituato alla carne. Certo, quando ne ho voglia un pezzetto me lo mangio. Il pesce lo mangio tranquillamente. Le sere, le notti, leggo in internet e guardo qualche film. Vi meraviglierete, ma il mio canale preferito è Zvezda. Si dice che all’estero vogliono girare un film su di voi, artistico. Sì, questi, quelli e altri ancora. Sto conducendo delle trattative. Ma parlarne adesso farebbe solo confusione. L’importante è che diano un’immagine corretta di Gorbaciov. Spero sia fatto bene. E’ vero che qualche volta vi calate il cappello, perché non vi riconoscano, e andate in strada senza vigilanza, per negozi? Non lo faccio con ostentazione. Semplicemente vivo come tutte le persone normali. Per negozi, a dire il vero, ci vado raramente. La famiglia è cresciuta, tocca ad altri andare. C’è già una bisnipote. Già, Sasha. Ha quattro anni. Mi chiama nonno Misha. E’ passato molto tempo da quando presentò il “Fondo Gorbaciov”. Lei guadagna da sé, ha molto personale, fa molte cose, vola molto … Adesso mi hanno fatto indossare un cappio finanziario. Ed è già insaponato… Forse il nostro giornale può aiutarla? Perché lei deve sempre fare tutto da solo, provvedere a tutto? Perché i tentativi delle persone di aiutarmi si esauriscono. Se mi aiutano una volta, la seconda già non lo fanno più. Questo è un avvertimento. Si controlla tutto. Fu Boris Eltsin a iniziare. “Con chi lavorerai, con Gorbaciov oppure con me?” diceva a Sobchak. Quando arrivavo a San Pietroburgo mi faceva seguire per vedere chi mi riceveva, e come. La nostra gente non può tollerarlo. Quant’è ora la sua pensione? Nel ’94 quattro dollari al mese. Poi, sotto la pressione della società, con difficoltà mi hanno concesso 24mila rubli. (circa 600 euro NdT). I ministri in pensione prendono di più, 30mila. Adesso ne prendo 28mila. Ma sì, la pensione! Meglio sarebbe se non mi infastidissero. Ma questo accadeva prima, con Eltsin, adesso la chiamano ovunque. E’ vero. E ci vado. Già quando mi ritrovai senza introiti e senza la possibilità di vivere normalmente mi invitavano all’estero, giravo per l’Europa. E poi c’è una vecchissima compagnia americana, si chiama “Programmi Americani”. Organizza conferenze di ex-presidenti. E quanto ne ricava? E’ un segreto. No, ve lo dico. Ok, da 50 a 100mila dollari. Ma non accade spesso. Non ha mai pensato di vivere in Occidente? In Russia il rapporto con Gorbaciov è ambiguo, lì invece la amano incondizionatamente. Non ho letto sulla “Komsomol’ka” che mi amano tutti, lo so … Non mi passa per la testa di andare via. Ci vado per affari, ecco, ora andrò in Germania per la presentazione del mio libro “Solo con me stesso”.
Загружено переводчиком: CORAZZA SIMONE Биржа переводов 01
Язык оригинала: русский Источник: http://www.kp.ru/daily/26040/2954985/